Tre Ancore
Tre Ancore è una immersione in parete adatta a tutti i subacquei, in quanto non presenta particolari difficoltà. Tuttavia è opportuno verificare l’eventuale presenza di corrente e controllare durante l’immersione la profondità massima pianificata perché dalla parete il fondo degrada fino a 52 metri. Scendendo lungo la cima del gavitello ci troviamo su un gradone che dai 12-14 metri scende fino a 29-30 metri.
Info | |
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Grado di difficoltà | Medio-Basso per entrambi gli itinerari Medio, con presenza di corrente |
Profondità massima | 23 metri (percorso verde) 36 metri (percorso rosso) |
Visibilità | Alta Media se è presente corrente verso sud |
Durata | 35 minuti (percorso verde) 45 minuti (percorso rosso) |
Interesse | Da non perdere |
Zona Area Marina Protetta | A |
Percorso
Con la parete alla nostra sinistra, ci avviciniamo a tre maestosi massi i cui anfratti offrono riparo a cernie, gamberi parapandalo e a variopinte incrostazioni. Pochi metri dopo troviamo tre ancore sovrapposte l’una sull’altra. Uscendo dalla parete arriviamo ad un secondo gradone roccioso che dai 32-33 metri scende a 48-52 metri. In quel punto dall’alto si scorge una protuberanza che offre riparo ad aragoste, ricci saetta e diadema e a maestose trine di mare. Continuando alla nostra sinistra, incontriamo sulla parate tre lunghe fessure, la prima offre riparo a saraghi, la terza a gamberi parapandalo. Passato un tettuccio di roccia molto colorato, incontriamo una franata di piccoli massi, frequentata spesso da saraghi e corvine, e giungiamo ad una lingua di roccia che cade oltre i 30 metri. Questo muro naturale potrebbe costituire il punto di ritorno verso il nostro gavitello che potremmo raggiungere nuotando lungo il bordo del gradone tra i 9-12 godendoci una “svolazzata” tra saraghi e dotti. Per giungere, infine, sul pianoro che va dai 9 ai 6 metri, delimitato dalla falesia. Qui incontriamo pesci pappagallo, salpe, occhiate, polpi e murene. Continuando l’immersione ci troviamo sulla sinistra in un canyon che perpendicolare alla falesia della costa risale fino a pochi metri. Seguendo questo imbuto naturale giungiamo sotto Capo Murro di Porco in cui si aprono a destra una fessura obliqua tana di grossi saraghi e a sinistra un’ampia profonda grotta che entra nella roccia. Possiamo entrare senza rischi in quanto la grotta è di grandi dimensioni, senza biforcazioni e con il fondo roccioso. Le nostre bolle non possono arrecare alcun danno in quanto le volta della grotta è quasi in superficie e risente quindi del moto ondoso. Usciti dalla grotta osserviamo la variopinta parete alla nostra sinistra che costituisce l’estrema punta di Capo Murro di Porco.